Come inventarsi l'acqua

 Una giornata ricca di storia e natura in Valle Verzasca, di Renata Ferrari

 

Lunedì 20 giugno 2016 siamo andate in Valle Verzasca. Partendo da Motta ci siamo incamminate su un sentiero immerso in un bosco composto prevalentemente di faggi, poiché negli anni quaranta c’è stato un rimboschimento al fine di proteggere la strada sottostante da possibili smottamenti. Fino intorno al novecento, infatti, gli alberi venivano tagliati per la produzione di carbone e la vendita del legname al Piano.


Eccoci giunte a Cà di Dentro che insieme a Revöira sono i più ampi e i più belli maggenghi della Valle Verzasca.

Maggenghi della Valle Verzasca
Cà di Dentro che insieme a Revöira sono i più ampi e i più belli maggenghi della Valle Verzasca.

 

Ci addentriamo nel nucleo per scoprire le bellissime costruzioni, alcune ormai diroccate anche a causa delle capre che, camminando sopra il tetto, spostano delle piode permettendo alla pioggia di entrare facendo marcire le travi. Stupende le vasche monolitiche che si conservano intatte nella loro posizione originale, qui come in tutti gli altri posti. Osserviamo infatti come queste siano accostate agli stabili, sotto il lato della gronda. Un canale in legno convoglia l’acqua piovana che scende dal tetto.

 

Vasche contigue
Un canale in legno convoglia l’acqua piovana che scende dal tetto in due vasche contigue.


 Qui troviamo due vasche contigue, unico esemplare in tutta la zona.

Vasche monolitiche
Stupende vasche monolitiche che si conservano intatte nella loro posizione originale.

 

Lungo il percorso incontriamo una rete di muri a secco dall’altezza variante da uno fino a due metri e mezzo circa. Si distinguono i muri di cinta e i muri di sostegno. I primi servivano a:

  • proteggere i campi coltivati a patate, segale e altri cereali,
  • delimitare il terreno prativo,
  • impedire alle mucche l’accesso a zone pericolose.

I secondi costruiti grazie ai sassi tolti dal terreno adibito alla coltivazione servivano per sostenere i terrazzamenti coltivati. Molti di questi muri sono ora in rovina.

Muri a secco
Lungo il percorso incontriamo una rete di muri a secco.

 

Interessanti sono i pozzi alimentati da acqua di filtrazione. Le caratteristiche di questi pozzi sono molto diverse. Quindi l’invito è quello di scoprirli andando sul posto per rendersi conto dell’ingegnosità di questi contadini per approvvigionarsi d’acqua in una zona completamente priva di tale bene primario sia per le persone sia per gli animali.

Da un censimento del 1886 risulta che i 115 proprietari di bestiame di Lavertezzo avessero in media 3 mucche, 16 capre e 2 pecore. Sul monte i 15 proprietari di due maggenghi avrebbero portato 50 mucche, 200 capre e 20 pecore. Il consumo giornaliero di abbeveraggio doveva aggirarsi sui 4000 litri.

Sei erano i pozzi costruiti, tre a sezione circolare e tre a sezione quadrata, tutti rivestiti internamente in muratura. Lungo il percorso abbiamo potuto vedere concretamente alcune queste opere, definite dal geologo Eduard Wenk un antico impianto idrico unico nel suo genere (a Cà d Dént il pozzo è stato chiuso per evitare che gli animali cadessero dentro). Noi ne abbiamo visti tre, due nella località Ar Cisterna e uno al Möt del Cisternin. Il più grande, situato nella prima località, è a forma di cono rovesciato e senza copertura con capienza di 12000 litri d’acqua. L’altro situato nella stessa località è ubicato nel piano interrato di una cascina. Il terzo ha una capienza di circa 3300 litri.

Cisterna forma di cono
La più grande cisterna è a forma di cono rovesciato e senza copertura con una capienza di 12000 litri d’acqua.

 

 

Pozzo a sezione quadrata
Pozzo a sezione quadrata interamente coperto, con apertura sul davanti grazie a una porta che serve da protezione per gli animali.

Tra uno spostamento e l’altro ci sono stati momenti particolari in cui abbiamo approfondito com’era la vita sul monte, come venivano costruite le cascine, qual è la causa geologica di questa mancanza di acqua.

Per concludere possiamo dire che è stata un’esperienza molto interessante, arricchente sotto tanti punti di vista. Abbiamo vissuto una giornata in cui ci siamo sentite molto bene insieme godendo anche di una bellissima giornata di sole e immerse in una splendida natura.

© Fotografie del gruppo di AvaEva Camminando insieme