La Tavola rotonda di AvaEva 2018

giovedì 26 aprile 2018 dalle 15.00 alle 17.00
Centro diurno – via Capidogno – 6802 Rivera
Sintesi della 3a Tavola rotonda di AvaEva

 

Introduzione

Terminata l’Assemblea ordinaria di AvaEva (leggi il verbale), la coordinatrice Norma Bargetzi apre la Tavola rotonda, dedicata quest’anno alla presentazione di tre progetti che sono già in atto da diverso tempo in Avaeva. Oggi si vuole approfittare di allargarli ad altre partecipanti, per capire se c’è interesse sul tema, e se altre donne sono interessate a parteciparevi o evtl. crearne uno simile nella propria regione.

“Riscoprire e ridefinire i nostri valori in un confronto intergenerazionale”

La relatrice riferisce che il loro lavoro è già stato presentato un anno fa. Per definirlo meglio è stato aggiunto un sottotitolo “Cosa significano oggi per noi e cosa è rimasto alle generazioni attuali dei valori per i quali come donne ci siamo battute negli anni 70-80?”. Il filo conduttore è stato la presentazione dei ruoli e stereotipi nelle varie età delle donne a cui seguirà l’approfondi ento in un’ottica intergenerazionale. e. Il secondo, che inizierà a partire dall’autunno, sarà l’approfondimento in un’ottica intergenerazionale.
Partendo da letture, ma anche sulle esperienze personali, uno dei temi affrontati finora è stato quello dell’educazione nelle varie età della vita che è basata su degli stereotipi: nella famiglia, al nido, nella scuola dell’infanzia, con i libri, le fiabe, i giochi, la tv e con gli atteggiamenti connotati sui sessi (“da maschietto”, “da femminuccia”).
Di seguito elenca alcune riflessioni tenute negli incontri.

Per la discussione nel gruppo di oggi si propone il tema ”Femminismo ieri e oggi” chiedendosi se il vissuto di quegli anni abbia influenzato le nostre storie di vita, il rapporto di coppia, il lavoro, e se ci sono degli aspetti che sono ancora attuali sia per noi che per le generazioni future.

Nipoti e nonne: quali diritti?” Il gruppo – nato cinque anni fa insieme ad AvaEva - è cambiato nella sua composizione e strada facendo anche nella sua direzione, non però nei suoi obiettivi generali. In questi anni le donne di riferimento sono state più volte sollecitate dall’esterno da nonne che chiedevano aiuto da AvaEva per capire come meglio muoversi in situazioni conflittuali tra nonni e genitori. Si è constatato che che è difficile parlare del nuovo ruolo delle nonne e dei nonni in situazioni conflittuali e si vorrebbe approfondire la tematica anche da un punto di vista giuridico aprendo una piattaforma di scambio per queste situazioni particolari.

Un dibattito previsto a giugno incentrato agli aspetti psicologici ed giuridici è stato rimandato in quanto non si è trovato un’avvocatessa disposta a parlare di questo tema. Il gruppo di lavoro odierno dovrebbe analizzare gli aspetti appena accennati e tracciare una strada in comune definendo meglio cosa fare in futuro.

“L’arte di vivere e l’arte di morire “Sora Morte”. Noi e la morte”

Viene riassunto il percorso fatto dal 2014 ad oggi. Il gruppo ha approfondito temi diversificati inerenti toccato i temi diversificati inerenti i tanti aspetti della morte (propria o di persone vicine), sortiti di volta in volta dalle partecipanti stesse: dalle cose pratiche inerenti le ultime disposizioni, alla comunicazione nel seno della propria famiglia in caso di malattia terminale o decesso di una persona vicina, a riti funebri alternativi, alla riflessione sul proprio funerale attraverso un proprio elogio funebre, alla morte scelta assistita. Sono stati organizzati incontri aperti ad un pubblico allargato (Caffè di Sora Morte) che potrebbero esser riproposti in altre regioni della Svizzera italiana.

Nell’atelier che segue si cercherà di immaginare la morte e parlare di come dare valore al tempo che resta.

Sintesi dei lavori di gruppo:

“Riscoprire e ridefinire i nostri valori in un confronto intergenerazionale”. Nel gruppo è stato distribuito un questionario con delle domande sul femminismo preparate da una rappresentante del Comitato, ma si sono soffermate principalmente sulla prima domanda che era: “Se ripensi al termine femminismo riferito agli ani 70-80, cosa ti viene in mente?”. Molte hanno ricordato il senso di libertà che si respirava, la libertà di poter fare delle cose che erano “proibite” (frequentare un bar, portare i pantaloni, leggere i giornali), la voglia di scoprire il mondo e di lasciare il Ticino per trovare altre realtà. Altre partecipanti dicono che hanno fatto i loro percorsi senza partecipare al movimento delle donne, perché per loro era normale parlare nella loro famiglia di temi quali il voto alle donne. Si constata che le giovani donne di oggi stanno beneficiando di quanto portato avanti dalle lotte degli anni 70-80.

Nipoti e nonne: quali diritti?” è emerso che il gruppo può ripartire a settembre, ma con un nuovo ambito. Non più quello delle nonne che parlano dei problemi delle nonne, ma quello delle donne che parlano dei problemi in quanto nipoti, della loro vita e del loro legame con i nonni. La relazione personale nella storia di ciascuno per poi andare a vedere qual è la relazione dei nostri figli con i nonni, cioè con i nostri genitori. Sono emerse anche delle difficoltà dei nonni lontani che hanno dovuto allontanarsi per esigenze di lavoro dei figli o dei nonni che in una coppia ricostituita si trovano con un nipote che non ha avuto legami con loro, legame da creare da nuovo. Partiranno in settembre con un incontro mensile e cercheranno di coinvolgere tutte coloro che vogliono recuperare e integrarsi nel gruppo.

 

Sintesi dei lavori di gruppo:

“Riscoprire e ridefinire i nostri valori in un confronto intergenerazionale”. Nel gruppo è stato distribuito un questionario con delle domande sul femminismo preparate da una rappresentante del Comitato, ma si sono soffermate principalmente sulla prima domanda che era: “Se ripensi al termine femminismo riferito agli ani 70-80, cosa ti viene in mente?”. Molte hanno ricordato il senso di libertà che si respirava, la libertà di poter fare delle cose che erano “proibite” (frequentare un bar, portare i pantaloni, leggere i giornali), la voglia di scoprire il mondo e di lasciare il Ticino per trovare altre realtà. Altre partecipanti dicono che hanno fatto i loro percorsi senza partecipare al movimento delle donne, perché per loro era normale parlare nella loro famiglia di temi quali il voto alle donne. Si constata che le giovani donne di oggi stanno beneficiando di quanto portato avanti dalle lotte degli anni 70-80.

Nipoti e nonne: quali diritti?” ê emerso che il gruppo può ripartire a settembre, ma con un nuovo ambito. Non più quello delle nonne che parlano dei problemi delle nonne, ma quello delle donne che parlano dei problemi in quanto nipoti, della loro vita e del loro legame con i nonni. La relazione personale nella storia di ciascuno per poi andare a vedere qual è la relazione dei nostri figli con i nonni, cioè con i nostri genitori. Sono emerse anche delle difficoltà dei nonni lontani che hanno dovuto allontanarsi per esigenze di lavoro dei figli o dei nonni che in una coppia ricostituita si trovano con un nipote che non ha avuto legami con loro, legame da creare da nuovo. Partiranno in settembre con un incontro mensile e cercheranno di coinvolgere tutte coloro che vogliono recuperare e integrarsi nel gruppo.

“L’arte di vivere e l’arte di morire (Sora Morte)” sul tema “Noi e la morte” riferiscono tre partecipanti. La prima spiega che per entrare in materia è stato chiesto ad ognuna di scrivere su un foglietto quale era in quel momento la preoccupazione o il desiderio più grandi, o anche il pensiero più importante. Questi foglietti sono stati raggruppati per tema e le partecipanti hanno scelto quello di loro interesse. Si sono così formati 3 gruppi. 
Il primo ha discusso su “Come impiegare il tempo fino alla morte” in uno scambio intenso e molto bello. In sintesi sono emersi tre punti: 1° trovare il modo di relazionarsi, sentirsi coinvolte con persone o cose, 2° dimostrare attenzione, affetto, cura per persone o cose, 3° fornire un proprio contributo alla comunità, all’ambiente che ci circonda.
Per il secondo gruppo, con tema “La paura della sofferenza prima della fine”, la relatrice dice che hanno cercato di rispondere alla questione della paura sia fisica che dell’anima. Anche se la medicina può aiutare, dobbiamo essere ben in chiaro cosa rappresenti per noi la morte; ciò aiuta. Importante è condividere esperienze, dubbi, paure, insomma parlarne. Invita a farlo partecipando al gruppo Sora Morte.
Per il terzo gruppo, che si è concentrato sul “Lutto nell’ambito di relazioni troncate”, la portavoce racconta che quando non si ha paura della morte è perché si trova un grande aiuto dentro di sé. Hanno poi parlato soprattutto del fatto gravissimo di un/una figlio-a che abbandona i genitori senza dire il perché. Come si affronta questo lutto? Si è pensato che potrebbe essere di aiuto formare dei gruppi di parola.

Segue la presentazione di un nuovo progetto “La sessualità femminile dopo i 60’anni” che vuole dare spazio a temi quali il vissuto del proprio corpo che cambia gradualmente, i grandi tabù inerenti la sessualità la femminile over 60, giudizi e pregiudizi verso nuovi amori in tarda età…

La coordinatrice conclude ringraziando per la partecipazione a questo importante momento di scambio ,per i riscontri motivanti per la continuazione di AvaEva, l’appello ad una partecipazione attiva a progetti ed attività del comitato e l’invito all’aperitivo quale momento di incontro e scambio informale.

Termina con una citazione di Betty Friedan: “Sono me stessa a questa età, mi ci sono voluti questi anni per mettere insieme i pezzi mancanti, per confrontare la mia età in termini di integrità e generatività, movendomi ora con comodità nello sconosciuto futuro invece di stare bloccata nel passato. Non mi sono mai sentita così libera”. Augurando a tutte che questa libertà posa essere contagiosa!