Artiste - La maturità coincide con la creatività?

Patrizia Cattaneo Moresi

Artiste – La maturità coincide con la creatività?


L’anzianità è una fase della vita umana particolarmente sensibile, caratterizzata da dinamiche di mutamento fisiche, psicologiche, finanziarie, sociali, identitarie delicate, soprattutto per quanto riguarda l’universo femminile. Le differenze tra uomini e donne sono considerevoli, purtroppo sia durante tutto il corso della vita adulta, sia nella terza e quarta età1: generalmente le donne over 65, e soprattutto over 80, vivono più a lungo degli uomini, in gran parte sole e mediamente trascorrono più tempo nelle residenze. Di pari passo ai cambiamenti che gli anziani sono costretti a subire, come i limiti fisici, mentali, psicologici, economici che potrebbero compromettere autonomia e autodeterminazione dell’individuo, sopraggiungono delle necessità che diventano imprescindibili in epoca contemporanea. Il bisogno di aggregazione, di riconoscimento sociale, l’essere attivi nella propria comunità, l’abitudine all’impegno quotidiano, lo sviluppo delle proprie passioni, sono punti fondamentali della vita, ancora di più in età inoltrata.

Ai giorni nostri, fortunatamente, la figura della donna, i suoi compiti e i suoi bisogni sono cambiati rispetto alle generazioni precedenti. La nostra società, per secoli, ha mantenuto un’impostazione ideologica matriarcale ma maschilista, confinando la donna in determinate categorie; essa, nella maggior parte dei casi, ha sempre avuto un’importanza circoscritta all’ambiente familiare, attraverso il mantenimento e la gestione della casa, la crescita e l’educazione dei figli, il compito di tramandare usi e costumi della società e dei nuclei minori, l’appoggio fisico e psicologico dato ai propri cari: la colonna portante, il sostegno primario della famiglia. Negli ultimi decenni, invece, la figura femminile ha vissuto una rapida emancipazione in ambiti lavorativi e sociali, dando finalmente alla donna nuovi diritti e possibilità – almeno a livello ideologico, in quanto sappiamo che nella realtà dei fatti questo processo è ancora in atto, a volte in modo difficoltoso, e solo in determinate società. La donna, tuttavia, non ha mai realmente abbandonato la condizione di relegazione domestica e familiare, ma ad essa ne ha accostata una nuova: la possibilità della carriera, dell’affermazione individuale e comunitaria indipendentemente dalla creazione di una famiglia e dalla procreazione dei figli.

Nel mondo dell’arte, l’emancipazione femminile è stata fondamentale. Le donne si sono dimostrate, al pari degli uomini, interpreti e mediatrici dei bisogni, dei sentimenti e delle pulsioni degli esseri umani. I temi della sessualità, del corpo, del sentire, dell’affermazione identitaria, del riconoscimento sociale, delle origini e dell’ereditarietà, molto cari al XX e al XXI secolo, legano a doppio filo la condizione di genere e di età e l’espressione artistica. L’arte e il fare arte sono necessità inesauribili per tutto l’arco della vita, ma durante la terza età, quando occupazioni e impegni quotidiani vengono meno, possono diventare bisogni sostanziali. L’anzianità vanta una distensione riguardo le strutture, i rapporti e le convenzioni sociali, a volte estremamente macchinosi e contorti, e questo rende l’individuo più libero di esprimersi nei confronti della propria vita e degli altri.
La donna possiede una capacità creatrice, utile al processo artistico, a cui l’uomo non può aspirare. Non si sta parlando della necessità o della realizzazione personale della donna nel diventare madre obbligatoriamente: spesso quest’obbligo è imposto dalla società, dai maschilismi ancora in atto nella mentalità moderna. Si sta parlando della possibilità fisica della donna di creare: il corpo femminile è predisposto a questa azione, alla trasformazione, all’accoglienza, alla crescita, alla cura, indipendentemente dalla fertilità o dai desideri materni. Questa capacità femminile è l’esemplificazione del fare artistico2.
Anche durante l’anzianità il concetto di corpo e di rapporto con esso è importante e attuale, e, ancora una volta, soprattutto per il genere femminile: la donna ha già adempito al ruolo di madre, o non è più obbligata a farlo, e le riflessioni sul suo corpo vertono quindi su temi completamente differenti, privati, intimi. I segni del tempo, i cambiamenti imposti dall’invecchiamento, la riscoperta di se stesse e della sessualità, i nuovi modi dell’uso del corpo.
Per questi motivi, le donne attive artisticamente in età inoltrata ricoprono un ruolo sociale e culturale di rilevanza. Non solo le ricerche si rinnovano, trovando nuovi obiettivi e nuovi temi da trattare in fronte ai cambiamenti vissuti e subiti, ma è il concetto di processualità dell’arte il vero punto saliente, e, soprattutto, ciò non riguarda solo gli artisti, ma tutti i tipi di individui e, cosa ancora più importante, anche le persone soggette a patologie, malattie e difficoltà fisiche e psicologiche che possono subentrare con l’avanzare dell’età.
È comprovato che i processi artistici, come quello pittorico, scultoreo o ceramico, siano valide attività non solo ricreative, di svago, o di creazione ed espressione a livello personale, ma siano  estremamente terapeutiche. Ad esempio, come riportato dal documentario I Remember Better When I Paint di Eric Ellena e Berna Huebner3 e supportato da uno studio del 20164, i soggetti anziani affetti da Alzheimer riuscirebbero a preservare la capacità di dipingere nonostante la malattia, e che l’azione creativa sia calmante e benefica; durante l’anno corrente una pubblicazione del International Journal of Geriatric Psychiatry ha dichiarato che “il dipingere, e in generale i processi artistici, aumentino le funzioni cognitive, le capacità quotidiane e che migliorino i comportamenti e i sintomi psicologici degli anziani affetti da demenza”5. In Gran Bretagna sono già presenti numerosi workshop e attività promossi da musei, associazioni e gallerie che utilizzano l’arte, la sua osservazione e l’azione pittorica in modo terapeutico.

“You bring a person who is suffering perhaps from Alzheimer’s, you put them in front of a painting, somehow the painting says something to them. Somehow they begin to have a dialogue with the picture.”6

La dimensione fisica, materica del creare porta in sé qualcosa di primitivo e istintivo che cattura l’uomo, e in particolare l’artista, da sempre. Per questo, anche la ceramica è ritenuta un’attività affascinante e altamente terapeutica, grazie alla sua natura manuale e spontanea. Lo psicoterapeuta Joshua K.M. Nan ha condotto uno studio nel 2016, affiancato da Rainbow T. H. Ho, professore dell’Università di Hong Kong, pubblicato sul Journal of Affective Disorders nell’aprile 2017 riguardo l’utilizzo della lavorazione dell’argilla e della ceramica come terapia negli adulti affetti da depressione.7 Anche in questo caso, è stato provato che l’attività prolungata sia utile a ridurre le problematiche giornaliere dei pazienti, apportando miglioramenti nelle attività quotidiane, generando emozioni, stati d’animo e ricordi positivi:

"The experience of witnessing how clay transcends into a beautifully glazed ceramic art piece after firing is parallel to the transformative process of discovering an artist’s identity after carrying a
stigma of mental illness.”

La terza età è considerata l’età della saggezza, delle conoscenze solide: in realtà non è altro che una delle fasi della vita, e come tale possiede le sue certezze e i suoi dubbi, le sue insicurezze e le sue problematiche; esse vanno trattate e affrontate, e l’arte è uno dei mezzi che gli esseri umani hanno a disposizione. La ricerca artistica è infinita e adattabile a tutti i tipi di individui, di qualsiasi estrazione sociale e provenienza geografica, e risponde a molteplici bisogni.
Il lascito e l’educazione sono sicuramente due componenti rilevanti. Giunte alla fase finale della propria vita, le artiste si pongono spesso nella condizione di insegnare, di lasciare delle conoscenze scoperte e custodite, e questo impone loro un lavoro incessante e una continua riscoperta dei codici e dei propri rapporti con la società. Il linguaggio e i temi devono adattarsi ai tempi e alle nuove convenzioni, rinnovando anche i concetti di ereditarietà, del tramandare alle generazioni successive le tradizioni, le storie, le liturgie, il costruire, il creare. In particolare, questo sembra un compito molto sentito dalle donne, che si pongono come maestre, madri protettive nei confronti delle giovani personalità.
Parallelamente, la ricerca individuale è un elemento da cui l’artista non può prescindere: non parla soltanto del mondo, dell’ambiente e delle persone che la circondano, ma soprattutto di se stessa e della sua mediazione dell’universo in cui è posta.
A volte le artiste non si pongono in una condizione di chi possiede conoscenza e che ha quindi il dovere di divulgarla, ma al contrario come qualcuno che non ha ancora raggiunto l’obiettivo della propria ricerca, e che quindi non può essere in grado di insegnare agli altri; è sbagliato quindi credere che a priori, un artista abbia il dovere di - per così dire - “passare il testimone”.

Per questi motivi, oggi ci poniamo la questione: la maturità coincide con la creatività? Perché alcune tra le artiste più importanti dell’ultimo secolo hanno raggiunto la notorietà solo in età avanzata? Come è cambiato il loro operato con il passare del tempo? Sono accomunate dagli stessi principi e dagli stessi scopi?

Artiste (per i dettagli v. la presentazione)
Louise Bourgeois
Yayoi Kusama
Marina Abramović
Georgia O’Keeffe
Niki de Saint Phalle
Carol Rama
Meret Oppenheim
Marianne Werefkin

Corsi e attività consigliate (per i dettagli v. la presentazione)

 

Note:

1) Si intende con quarta età un concetto ampio e poco definito: esistono persone sotto i settant’anni che dipendono da cure e abitano in residenze per anziani, e centenari che vivono ancora autonomamente. La quarta età è la fase della vita che precede la morte. È diversa per ognuno e può avere durate differenti; può anche non manifestarsi del tutto. La quarta età comincia quando le limitazioni fisiche o mentali rendono difficile o impossibile gestire la vita quotidiana senza aiuti esterni.
2) Quando si parla di sensibilità straordinaria negli artisti si parla anche di questa capacità espressiva che riguarda l’atto di creazione.
3) Alla cortesia di I Remember Better When I Paint: Treating Alzheimer’s Through Creative Arts.
4) Compiuto dai ricercatori svedesi Boo Johansson e Emelie Miller.
5) https://www.artsy.net/article/artsy-editorial-doctors-making-art-help-combat-alzheimers
6) Tony Jones, Presidente del Kansas City Art Institute (precedentemente presidente di The School of the Art Institute of Chicago),
in I Remember Better When I Paint.
7) https://www.artsy.net/article/artsy-editorial-creating-ceramics-help-combat-depression