7° Convegno 2019: Autodeterminazione e dipendenza

7° Convegno: sintesi

Hotel Pestalozzi, Lugano – 21 ottobre 2019

 

Introduzione

Dopo essersi presentata,  la coordinatrice di AvaEva Valentina Pallucca Forte accoglie le partecipanti con un caloroso benvenuto al 7° Convegno dell’Associazione.

Successivamente ricorda l’importanza di AvaEva, gli scopi, gli obiettivi attuali e le ambizioni per il futuro, sottolineando quello che rappresentano per lei. Mette in luce quindi quanto sia interessante e stimolante per una giovane come lei conoscere e affiancarsi a donne che hanno “qualcosa da dire”.

Valentina evidenzia il lavoro dei sette anni in cui Norma ha coordinato l’Associazione ricordando che ora Norma è oggi diventata socia e le consegna a nome di AvaEva in riconoscimento del suo impegno, un omaggio floreale lasciandole poi la parola.

Norma si congeda ringraziando chi assieme a lei ha contribuito a far crescere l’Associazione.

In seguito la coordinatrice informa sulle questioni concernenti l’organizzazione complessiva della giornata, passando quindi all’apertura ufficiale del Convegno.

Autodeterminazione e dipendenza: perché la scelta di questa delicata tematica ?

Il Comitato nel scegliere come ogni anno il tema del Convegno, ha considerato il prolungamento dell’età della vita (soprattutto al femminile), individuando un vero rischio di vedere compromessa la propria autodeterminazione come diretta conseguenza.

Le donne della generazione di AvaEva sono per la maggior parte donne abituate da sempre a lottare, sia per vedere riconosciuti i propri diritti, sia per la dignità della propria famiglia.

Nella terza e quarta età si possono presentare fragilità che richiedono cure e maggior assistenza; il rispetto di queste e la considerazione dell’essere assistito e dei suoi bisogni potrebbe rischiare di venire meno.

In quest’ottica la giornata vuole contribuire alla riflessione sul tema e ci si auspica di poter dare alle partecipanti maggiori elementi per consentire una migliore delimitazione fra l’autodeterminazione e l’indipendenza nostra e quella degli altri, siano essi curanti o famigliari.

In seguito la Professoressa Maria Grazia Bedin dell’Istituto e Alta Scuola della Salute La Source di Losanna affronta la tematica oggetto della giornata, creando interesse e curiosità nelle partecipanti.

Relazione di Maria Grazia Bedin: Autodeterminazione e dipendenza 

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Alla fine della relazione la professoressa Bedin risponde ai quesiti posti dalle partecipanti.

Segue una pausa caffè dove s’incontrano e dialogano con gioia le “habitué” dell’Associazione.

Dopo la pausa Norma Bargetzi e Romana Camani-Pedrina, riferiscono su quanto emerso nella ricerca di Elisabet Ryter e Marie Louise Barben dal titolo “Autodeterminazione e dipendenza – aspettative delle donne riguardo all’età avanzata”.

Relazione di Norma Bargetzi e Romana Camani-Pedrina 

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Questo tema sarà oggetto di riflessione dopo il pranzo nel pomeriggio, durante i lavori di gruppo.

Subito dopo la pausa pranzo, le presenti si riuniranno in tre gruppi per discutere sul tema con particolare riguardo a tre ambiti fondamentali del problema: l’abitazione, l’assistenza e la cura e la capacità di decidere.

 

Sintesi dei colloqui nei gruppi

Gruppo 1 –  Moderazione: Patrizia Tami Facchini e Norma Bargetzi

Abitazione - Assistenza e cura

Il gruppo riflette sul dover lasciare la propria casa per un’altra abitazione più piccola e dover “disfarsi delle proprie cose” . Da sole non ce la facciamo più e abbiamo bisogno di aiuti esterni, come ad esempio una badante. Le mie cognizioni mentali sono scemate e altri devono prendere decisioni per me.

C’è stata una partecipazione corale e sentita alla discussione . L’ambiente che si è creato è stato molto bello. Le parole che inizialmente emergono da quasi tutte le partecipanti sono angoscia e terrore.
Il dover lasciare la casa e soprattutto gli oggetti che ci hanno accompagnato nella nostra vita, che ci hanno formato e il loro peso emotivo dà a tutte una grande angoscia: malgrado la parte razionale si sa che sarà necessario farlo.

Nel gruppo emergono anche voci più possibiliste, con un pensiero di essere meno egoiste e lasciare meno pesi ai nostri figli, memori della sofferenza nell'aver dovuto vuotare case piene all’inverosimile dei propri genitori o nonni. Questo può cambiare il nostro sguardo,  accettando la nuova sfida di creare un nuovo “nido” più piccolo, più adatto alle nostre nuove esigenze. Un’ altra soluzione potrebbe essere quella di condividere le proprie capacità con altri, vicini, amici e aiutarsi a vicenda. 

Si parlato molto anche delle case  anziani, molto temute per la maggior parte, ma anche qui alcune voci sono state a favore, ritenendole un modo per evitare l’isolamento. Per tutte manca una progettualità diversa verso l’anziano. Si vorrebbero meno case anziani viste come ghetto ma piuttosto piccoli quartieri intergenerazionali progettati in modo sicuro, come già avviene nel resto della Svizzera da molti anni. In Ticino purtroppo ancora non si fa ancora nulla in questa direzione.

Capacità di decidere 

Il terzo tema che suscita terrore è la perdita delle proprie facoltà mentali, le demenze che ci impediscono di decidere autonomamente e più tardi anche di capire ciò che succede intorno a noi. Si tratta di un tema molto delicato, e qui si auspica, quando ancora si è in piena facoltà, di designare qualcuno di fiducia che possa decidere per noi (potrebbero essere i figli o qualcun altro). Si è parlato inoltre del difficile tema della morte assistita.

Una cosa è stata molto chiara: bisogna parlarne, parlarne sempre e anche dare fiducia, dichiarare le nostre volontà, che possono anche essere cambiate nel tempo. Alla fine, malgrado i temi molto impegnativi, c'è stato un proficuo scambio di idee ricco di emozioni.

Gruppo 2 –  Moderazione: Raquel Galli Zirpoli e Patrizia Negri

Presenti: 11 signore + 2 conduttrici

Abbiamo iniziato con una breve e simpatica presentazione delle partecipanti. Questo è servito per sdrammatizzare e affrontare più serenamente gli argomenti che in ognuna di noi creavano fantasmi di un futuro ricco di problemi e paure.

Abitazione

Ognuna ha descritto la sua situazione attuale: casa troppo grande e difficile da gestire, scale e scalini che potrebbero limitare le uscite, piccoli paesi dove occorre l’auto per la spesa, grandi città dove regna il caos e nessuno ti conosce e così via. Abbiamo poi lasciato correre la fantasia di ognuno sulla domanda: “dove vorresti vivere?” Le risposte non si son fatte attendere: in una casa nel bosco in mezzo alla natura, in una piccola comunità intergenerazionale dove ci si conosce tutti e ci si può aiutare reciprocamente, tornare al paese d’origine, rimanere a casa mia perché ci sono affezionata, in un appartamento più piccolo facile da gestire, un appartamento vicino alla figlia.

Assistenza e cura

Nell’affrontare questi temi eravamo tutte d’accordo che sì bisognerà prepararsi all’inevitabile cambiamento e imparare a chiedere aiuto quando necessario. La maggior parte delle partecipanti era restia a chiedere aiuto ai famigliari e preferirebbe far capo ai servizi Spitex sul territorio. Un'altra risorsa importante potrebbero essere gli amici: con loro si potrebbe usare la reciprocità e non la dipendenza.

Risulta difficile trovare o aspettarsi soluzioni generalizzate. Abbiamo così concluso che accetteremo il cambiamento cercando di mantenere l’individualità e la creatività di ognuna.

Gruppo 3 –  Moderazione: Romana Camani-Pedrina e Regula Matasci-Brüngger

Abitazione

Traslocare, ma dove? Il nostro gruppo ha cercato soluzioni alternative a un normale appartamento. Casa anziani? Difficile, le liste di attesa sono lunghe. Come buon esempio di una casa anziani viene menzionata quella di Castelrotto e fra poco, gestita della medesima fondazione, quella di Caslano. Stabili intergenerazionali? Mancano queste strutture in Ticino. Desiderio di tutte: una casa con un’anima, centrale e non segregata.

Assistenza e cura

Vivere a casa propria, senza aiuto esterno, diventa impossibile. Informazioni su come gestire la situazione possono essere ricevute da Pro Senectute. Spitex? Badante? In questo caso si può rivolgersi a Opera prima. Esistono assegni per cura a domicilio per le persone beneficiarie di una rendita AVS o AI il cui stato di dipendenza esige l'aiuto di altre persone (siano esse un familiare, o terze persone) per poter rimanere al proprio domicilio ed evitare quindi il collocamento in istituto. Ma il più importante in questa situazione rimane il supporto affettivo.

Capacità di decidere

Nel gruppo si è discusso dell’importanza di prevenire situazioni difficili nel caso in cui le capacità cognitive diminuiscano. Tramite un mandato precauzionale posso decidere chi dovrà rappresentarmi in caso di incapacità di discernimento, ma resta difficile stabilire chi sia la persona più idonea. Importante e andar incontro al futuro con fiducia.

Nuovamente in plenaria ciascun gruppo ha relazionato brevemente sull’andamento della discussione e sulla sintesi del dibattito interno a ciascun gruppo.

 

I prossimi passi di AvaEva - Conclusioni

Prima di congedare le partecipanti, Valentina informa brevemente sui prossimi passi di AvaEva. In particolare si accenna ai seguenti gruppi: “Sessualità”, “Sora morte” e alla serata della “Maratone di storie” che si è svolta l11 ottobre 2019 presso la Biblioteca del Gambarogno. Interviene anche Veronica Carmine, coordinatrice del progetto GAM “Generazione al museo”, che racconta qualcosa a proposito di questo progetto e coglie l'occasione per invitare le donne di AvaEva a partecipare a delle visite guidate pensate appositamente per loro.

Si invitano le partecipanti a visitare il sito web in modo da essere sempre aggiornate sulle attività di AvaEva. 

La giornata si conclude in allegria e convivialità con un momento musicale gentilmente offerto dal coro dell’ATTE di Collina d’oro, diretto dal Signor Franco Masci.