Giornate autogestite Liceo di Bellinzona

Addio cappuccetto rosso!

 

Le nuove nonne ed il loro impegno per la famiglia e la collettività

Norma Bargetzi – Anna Maria Beretta

12 studentesse e studenti di diverse classi hanno partecipato attivamente all’attività volta allo scambio e l’approfondimento delle proprie esperienze con le nonne, focalizzando sul loro ruolo nella famiglia e nel collettivo. Attraverso una modalità di lavoro espressivo (collage) si sono amplificate e confrontate nuove e vecchie immagini delle nonne.

 

Spunto di partenza il testo delle “Nuove nonne”:


«Che cosa? Sei già nonna?!»
L’immagine tradizionale delle nonne è superata. Qual è quella nuova?

«Che cosa? Sei già nonna?!» si sentono spesso chiedere le donne sopra i 55 anni. L’immagine tradizionale della nonna non si accorda con la realtà odierna delle donne che hanno nipoti.

Addio cappuccetto rosso!
Le nonne di oggi non sono a letto malate come nella fiaba di cappuccetto rosso, senza mai uscire di casa. Al contrario, sono istruite, emancipate, professionalmente attive, interessate alla politica e alla cultura. Hanno superato la partenza da casa dei figli e si sentono a proprio agio nel «nido vuoto». Dopo il pensionamento, hanno ancora venti o trent’anni a disposizione: come impiegarli?

Responsabilità per domani.
Le nuove nonne non stanno sedute a casa sul divano. Partecipano alla realtà sociale, sentono di dover impegnarvisi e usano la loro esperienza anche a beneficio di un mondo migliore e più giusto in cui far crescere i loro nipoti.

Le nuove nonne.
Le nuove nonne sono attive nella collettività, hanno idee, si riuniscono per agire insieme e suscitano l’interesse della politica. L’evoluzione demografica rende l’elettorato di terza e quarta età sempre più numeroso, il che non conduce a una «tirannia dei vecchi», bensì a un movimento che attribuisce un nuovo volto alle nonne.

C’era una volta...
la nonna dell’album di foto di famiglia: un’anziana signora con i capelli grigi raccolti in uno chignon, che fatica a reggersi sulle gambe, confeziona scalferotti di lana, racconta fiabe e storie dei tempi andati. La nonna di ieri prepara torte e biscotti di Natale, ed è solitamente paga della sua piccola vita disinteressata.

E la nonna di oggi, invece?
Beninteso, continua ad accudire i nipotini, a raccontare storie, ad aver cura del marito, a sostenere la figlia nel suo riorientamento professionale, a essere disponibile in caso di urgenza. Ma la nuova nonna ha anche un lavoro, frequenta eventi culturali, viaggia, è impegnata socialmente e non ha in testa esclusivamente la famiglia.

Indispensabile.
Non se ne stanno con le mani in mano. Senza le nonne, i genitori che lavorano non sarebbero in grado di gestire le faccende della famiglia e molte persone anziane o malate non potrebbero vivere a casa. Il rapporto sulle generazioni in svizzera (Generationenbericht Schweiz*) stima il tempo totale di custodia non pagata di bambini da parte di persone ultracinquantenni (soprattutto nonni) a circa cento milioni di ore l’anno, il che equivale a prestazioni lavorative annuali per oltre due miliardi di franchi. Quasi quattro quinti di questo tempo, ovvero poco meno di 79 milioni di ore, sono forniti da mogli e nonne che, insieme alle figlie e alle cognate, sono anche responsabili di buona parte delle mansioni a casa. Il valore economico delle cure private in Svizzera è stimato a 10-12 miliardi di franchi. Invece di tirare un po’ il fiato, molte nonne si trovano occupate nell’assistenza e nelle cure, non di rado con un carico eccessivo.

Libertà tardiva.
Non pensava certo a questo la gerontologa tedesca Ursula Lehr quando ha definito il periodo dopo la vita attiva come «libertà tardiva», un concetto che descrive piuttosto la liberazione dagli obblighi domestici e professionali per lasciare spazio ad altri aspetti della vita. Più tempo per formazioni, cultura, viaggi e per esprimere la propria creatività. Più tempo anche per nuove relazioni. Le nuove nonne non sono persone disinteressate che non pensano ad altro che ad accudire i bambini. Sono donne di una certa età che attingono al proprio potenziale di sviluppo e rifiutano di limitarsi a invecchiare.

«Invecchiare non mi fa paura. Ho cinque nipotini adorabili con i quali posso trascorrere abbastanza tempo malgrado gli impegni professionali. Prossimamente, porterò quello di undici anni ad Atene. Due anni or sono, sono stata a Luxor con quella che allora aveva tredici anni e abbiamo visitato la Valle dei Re. È stato magnifico.»
Ursula Lehr, 75 anni, gerontologa

E i nonni?
Le donne hanno imparato a organizzarsi, fungendo da esempio per gli uomini. Un giorno i nonni applicheranno a modo loro le lezioni imparate dalle nonne.